mercoledì 20 gennaio 2016



La serie "Histoires Dangereuses"

by Gaston J. Algard


A tutti gli amici che hanno acquistato e pubblicizzato i miei ultimi libri. Tra poco della stessa serie usciranno altri titoli e sarò lieto di avere il vostro parere sul mio Blog. Grazie, a presto.


                  



          




Le inchieste del commissario Agnès Didier di Parigi  by Gaston J. Algard


A tutti gli amici che hanno acquistato e pubblicizzato i miei ultimi libri. Tra poco della stessa serie usciranno altri titoli e sarò lieto di avere il vostro parere sul mio Blog. Grazie, a presto.


    


martedì 5 maggio 2015


© ALGARD - VIAGGIO  in  ITALIA
(note di uno scrittore che vive in Svizzera)

“ESISTE ANCORA IN ITALIA UN INTERESSE NAZIONALE DA DIFENDERE?”
      Trovandomi in Italia, spettatore di avvenimenti locali, con vero sgomento ho dovuto assistere in TV ai deprecabili incidenti del 1° Maggio a Milano, lo stesso giorno dell’inaugurazione sempre a Milano dell’EXPO. Scene di orripilante guerriglia urbana da parte di un nutrito, ma in realtà esiguo rispetto agli altri manifestanti, commando di teppisti mascherati ed armati di bastoni, bombe carta ed altro, che hanno distribuito terrore, incendi e distruzione in una zona della città.
      Sembra che tutti, governo, polizia, magistratura ed autorità sapessero da giorni cosa dovesse accadere. Ma sembra anche, da quanto hanno permesso che succedesse, che nessuno abbia dato seri e responsabili ordini per evitarlo concretamente. In definitiva completa assenza di uno Stato unitario, dove ognuna delle parti rema per proprio conto per poi addebitare, alle altre, responsabilità che in realtà erano e sono anche sue.
      La domanda è ovvia: c’è ancora in Italia un unico interesse nazionale da difendere e garantire, oppure ognuno fa per sé nascondendosi dietro un dito, nella disonesta e malcelata speranza che alla fine il buon Dio provveda per tutti?

“E’ ACCADUTO TUTTO PER CASO?”
      Anche qui la domanda appare ovvia. Da quanto è emerso dalle cronache della TV, che hanno dato ampio spazio agli avvenimenti e dalle immediate comunicazioni delle autorità, appare chiaro che l’accadimento non è spontaneo. Gruppi ben organizzati militarmente, diretti in modo professionalmente strategico, si sono trasformati da manifestanti in terroristi, nascosti con felpe e caschi, armati di bastoni, bombe carta ed altro per offendere, agendo in piena libertà sotto gli occhi dei cittadini attoniti. Spogliandosi, alla fine degli assalti, di tutto quanto li potesse incriminare. Solo dilettanti? Tutto improvvisato? Da dove sono arrivati gli equipaggiamenti? Nessuno dei manifestanti ne sa nulla?
      Tedeschi, francesi, greci e via dicendo sembrano essere venuti da fuori solo per questo. Perché tanti stranieri? Solo una combinazione? Oppure qualcuno aveva il precipuo interesse che accadesse, per screditare l’Italia? Perché inseguiti dalla polizia qualcuno ha dato l’ordine di non arrestarli? Sarà il caso di ripetere quanto diceva il vecchio Giulio: a pensar male forse si fa peccato ma spesso ci si indovina. Per finire, i servizi d’intelligence? Oppure anche loro remano contro?
      Le mie saranno sicuramente note trascurate, ma una formica tira calci come può.

© algard@algardproductions.com - Aprile 2015
    www.algardproductions.com

© ALGARD - VIAGGIO  in  ITALIA
(note di uno scrittore che vive in Svizzera)

 “L’OCCIDENTE E’ IN GUERRA E NESSUNO LO DICE?”
     Trovandomi in Italia, spettatore di avvenimenti locali, mi sono reso conto che molti nei posti di potere ne sono certi, ma nessuno ha ancora il coraggio di confessarlo. La Jihad Islamica è in guerra aperta contro il “così detto” mondo civile. Una guerra a “macchia di leopardo” che colpisce ora qua ora là, solo apparentemente senza una strategia programmata ma che, è ormai certo, attua un progetto destabilizzante che solo gli sciocchi possono pensare sia del tutto casuale. Lo scopo è molto chiaro. Disorientare, indebolire ed invadere giorno dopo giorno il nemico al quale si rivolge. Realtà alla quale imbelli menti sembrano non credere ancora, satolle del proprio benessere che si illudono di conservare.
      Per come queste non reagiscono, sembrerebbe che non vi sia un serio problema da richiedere un’allerta generale perché limitato a zone tanto diverse tra loro, che però solo apparentemente sono lontane dal quieto vivere occidentale. Così, un giorno qui un altro lì, domani in un altro posto, si uccide, si rapina, si incendia, si violenta, si decapita, si rapisce, scoppiano bombe o si esplodono kamikaze, mentre chi occupa posti di comando continua a nicchiare come se non ci capisse più niente, ma in realtà per nascondere e non confessare i propri passati errori.
Solo dei creduloni possono pensare che tutto questo non faccia parte di una strategia abilmente pianificata. E’ un gioco al massacro degli innocenti, mentre i potenti continuano a girare la testa da un’altra parte, come in altri tempi non troppo lontani hanno già fatto, spesso facendo affari proprio con il nemico. Senza rendersi conto che tra poco sarà troppo tardi e, quando vi saranno costretti dagli eventi ed il nemico sarà dappertutto, non sapranno più contro chi sparare.
      A tutto questo, la Jihad l’aveva minacciato pubblicamente e nessuno ci aveva creduto, si aggiunga l’incessante invasione massiccia in Italia di profughi da ogni dove creati proprio dalla cupidigia ed imprevidenza dei potenti. Ora attraversano il Mediterraneo in migliaia ogni giorno e nessuno riesce più a controllare se buoni o cattivi, tanti sono gli interessi legati al loro incolpevole esodo. Anche questa è solo una combinazione?
      Tutto ciò a favore della Jihad che da tempo ha capito che, sono talmente tante le avidità, le responsabilità e gli egoismi che le nazioni europee devono nascondere, da non consentigli di unirsi per difendersi od intervenire. Così la “guerra a macchia di leopardo” si allarga anche dove non ci si aspetterebbe, trascinando sempre più velocemente l’ormai vecchia ed abulica Europa nel baratro di un Armagheddon finale.
      Le mie saranno sicuramente note trascurate, ma una formica tira calci come può.

© algard@algardproductions.com - Aprile 2015
          www.algardproductions.com

venerdì 3 ottobre 2014

© ALGARD -VIAGGIO  in  ITALIA
(note di uno scrittore che vive in Svizzera)

Per completare il 32° dei miei libri (“Molinari e il mistero di Morcote”(*), sono tornato per alcuni mesi a Pitigliano (Toscana). Come abbia trovato il paese, rispetto alle mie precedenti visite, ve lo racconto a parte.
Qui, invece, voglio ringraziare tutti coloro che con la loro simpatia mi hanno accolto e, spesso, anche aiutato a risolvere piccoli problemi, allietando i miei giorni di duro lavoro. Già, perché malgrado molti pensino il contrario, scrivere è un’attività pesante e snervante. Credetemi, talvolta daresti fuoco a tutto il lavoro, quando non riesci a completare un capitolo come vorresti! Purtroppo la stagione estiva (Giugno–Settembre) non è stata delle più favorevoli. Qualche gita per un bagno a Talamone, stupendo golfo sul mare, si è spesso trasformata in una grossa inzuppata per gli improvvisi acquazzoni che, in Italia, la stampa e la TV chiamano ormai abitualmente, udite udite: “bombe d’acqua”. Volete mettere l’effetto catastrofico che fa, rispetto alla semplice parola “acquazzoni”? Somiglia tanto alla guerra in Irak e distrae, mascherando così i danni causati dall’uomo sulla natura! Tornando ai ringraziamenti, seguono nomi e foto, scusandomi con quelli e sono in molti che non ho menzionato.


BAR CENTRALE
Silvia, Francesca e Romina”
Contornato dai loro sorrisi e, seduto ai tavoli esterni
sulla piazza, ho gustato caffè, coca, cappuccini,   
correggendo i miei strafalcioni al sole,
quando c’era ovviamente.







SCUOLA GIO’
Valeria e Mariella”
Mi hanno fornito carta, blocchi e penne
per le bozze del libro e tanta simpatia,
nonché molte utili informazioni.
Tra l’altro che a Pitigliano non c’è una libreria,
dove poter far conoscere i miei libri e
quelli di molti altri autori.




EDICOLA DEI GIORNALI

(Sono modesti, non vogliono foto, ma li ringrazio lo stesso)

Dove, malgrado non fosse mia intenzione, riuscivo
a rovinarmi la giornata con le brutte notizie
pubblicate dai quotidiani che acquistavo.







OASI DELLA FRUTTA
di Meris”
Dove, oltre ad acquistare dalla sorridente
Maria verdure e cibarie, ho incontrato
tante simpatiche signore che facevano
la spesa. Fonti, spesso, di curiosi aneddoti
paesani.






BAR JERRY LEE
L’insuperabile Claudia con Gloria”
(Giuro che un turista di Roma le ha definite:  “Le più mejo der Paese!”)
L’unico locale dove è possibile collegarsi gratis e
seriamente ad Internet, gustando anche un buon
cappuccino in allegra compagnia.

Base spesso dei miei ottimi pranzetti.





BAR LE LOGGE

“Lida e Clarissa”

Dispensatrici di cortesia, mamma e figlia
accolgono i turisti con un sorriso per una bibita,
un caffè, un brick-fast, un’informazione.
Ad uno dei loro tavoli esterni sulla piazza,
ho buttato giù le bozze del mio libro.

Suggerito per chi si voglia rilassare.



In realtà, ce ne sarebbero molti altri di volti simpatici e sorridenti (chi non c’è, non se la prenda) ma, come potete notare, ho selezionato solo presenze femminili (il mio debole...).
Scherzi a parte, posso testimoniare che le donne a Pitigliano sono veramente in gamba! Pitiglianesi perché non affidate solo a loro tutta l’amministrazione comunale?
A presto e grazie a tutti!

(*)
© 2014 - by Gaston J. Algard
series «The Lugano lake crimes»  vol. 2
www.algardproductions.com
algard@algardproductions.com




domenica 30 marzo 2014

"EX-MELISA", "EX-LIBRI AL CENTRO" ovvero "L'UOMO DI PAGLIA"

Come avevo previsto vengo oggi a sapre, ma non ci voleva un mago, che anche la seconda edizione di Melisa sta andando a gambe all'aria. Malgrado ciò, nessuno sembra preoccuparse, anzi, occuparsene nel Cantone, preoccupato solo dal turismo che si riduce sempre di più ed ultimamente dei pendolari...
Intendevo qualche autorità che si chiami Tribunale e viciniori. 
Basterebbe andare un pò indietro per domandarsi come sia riuscita la Valora AG (egemone nel settore distribuzione editoriale), che detta legge nel Cantone, a liberarsi a suo tempo della Melisa SA che, all'epoca della vendita a due novelli imprenditori, già vantava 2 (dico DUE) milioni di franchi di debiti. Ognuno potrebbe pensare che il pacchetto azionario, dato lo sfacelo del bilancio, sia stato acquistato a zero franchi. Macchè, si è trovato qualcuno (sicuramente la scelta è stata molto ma molto diffcile) che non sapesse leggere bene i bilanci e che firmasse un contratto che è stata la sua condanna a morte e che ha pagato alla Valore AG il magazzino, come se questo non facesse parte del patrimonio sociale (sic!!). Ma tant'è, si trova sempre qualcuno.... 
Così la Valora SA si è scaricata di un'azienda in profondo passivo, non ha onorato i suoi debiti (quelli della Melisa ovviamente), si è liberata di molti dipendenti facendo la bella figura che non li licenziava e per di più ha incassato centinaia di migliaia di franchi (come dicevo ha voluto i soldi per il magazzino merci!!!). Non conosciamo chi accetterebbe un'azienda in stato così comatoso e che  si impegnasse anche a pagare... Ma evidentemente si trova, specialmente se il nuovo imprenditore capisce subito che si possono pagare i debiti con i soldi dei fornitori (che non sono suoi, ovviamente...).
Concludendo, dopo il primo fallimento, ora si cercano ripari per non far fallire anche la seconda società. Ma un fatto è certo: il furbone svizzero-tedesco si è tolta una grossa rogna (però vorremmo vedere i suoi bilanci degli ultimi anni...). Il nuovo imprenditore (anche per lui vorremmo vedere i bilanci di tutta la gestione...) che pensava di assurgere a nuovo splendore, ha capito (speriamolo...) che non è stato altro che un uomo di paglia per dei voraci e avidi finanzieri, adeguandosi velocemente però al detto che a pagare ed a morire c'è sempre tempo (specialmente se nessuno ti censura ed usi i soldi degli altri...).
Nel frattempo, però, molte persone hanno perso l'impiego, un'azienda culturale storica è stata smembrata e distrutta e, cosa più importante, i creditori (leggi editori e distributori) hanno perso milioni di franchi..
Ma si sa e qualcuno professionalmente preparato più di me lo ha anche scritto e ribadito in alcune sedi, sembra che in Ticino accada anche di peggio.


mercoledì 25 settembre 2013

FALLIMENTO DELLE “LIBRERIE MELISA”  (Ticino - SVIZZERA)


Ovvero: Come la storica “Melisa” (Melisa – Messaggerie del libro e della Stampa S.A.- sede in Bedano), non ha pagato editori che gli hanno fornito i libri  (debiti per più di DUE milioni di franchi svizzeri), aprendo negli stessi locali (Lugano e Grancia) una nuova azienda per la vendita di libri, con l’insegna “Libri al Centro” (Libri al Centro S.A.- sede in Lugano).

Prima di partire dalla Svizzera per tornarmene a casa nelle Filippine, sistemando delle carte ho ritrovato la cartellina con i rapporti economici avuti con la libreria Melisa per la vendita dei miei libri. Dato che il risultato era stato negativo per il fallimento della stessa e la perdita del mio credito, avevo predisposto in Gennaio una paginetta che non ricordavo. Intendevo pubblicarla sul mio Blog. Ho anche trovato la copia di un’interrogazione di Fabio Schnellman e di altri, deputati del Gran Consiglio del Ticino, che sollevavano lo stesso problema, nonché l’articolo (riferito in parte nel testo), di Raffaella Castagnola. Visto che tutto sembra dimenticato, ho deciso di pubblicarla. 
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Senza che nessun addetto ai lavori protestasse, tra il 1-6 Novembre 2012 si è svolta nei negozi della Melisa una vendita al 50% del prezzo di copertina di libri non di proprietà perché non pagati, con la scusa di liquidare gli arretrati verso i dipendenti (in realtà saldati in parte con il contributo “dell’indennità d’insolvenza del datore di lavoro – LPGA”). Ma, nelle more (già il 5 Novembre 2012) si è costituita un’altra società anonima simile inaugurandola, dopo il fallimento, nei medesimi locali e con il sorriso sulle labbra, direi quasi: “alla faccia dei creditori”. E, guarda caso, il direttore commerciale della nuova società è il sig. “Federico Nizzola” già amministratore delegato della Melisa S.A. ed oggi liquidatore della stessa.
Soltanto un’intelligente giornalista, (unica tra i molti) “Raffaella Castagnola” (docente di letteratura italiana all’Università di Zurigo), ha avuto il coraggio in un articolo di fondo sul “Corriere del Ticinodel 12 Dicembre 2012, di stigmatizzare e criticare con molto stile ma anche con estrema determinazione e coraggio, questa sorprendente procedura. Dice tra l’altro il suo articolo: “(omissis)…perché in questo nostro Cantone pare sia possibile fallire un giorno con una propria società e risorgere allegramente come l’araba Fenice il giorno dopo, con qualche prestanome, senza considerare che i creditori che non verranno mai pagati dalla vecchia società…(omissis)”
Nessun’altra voce si è levata dagli altri media e soprattutto da parte dell’autorità costituita del Ticino che non ha ritenuto approfondire, aprendo quanto meno un’indagine conoscitiva su fatti pubblicamente noti:
- Costituzione di: “Libri al Centro S.A.” il 5 Novembre 2012
- Decreto fallimento: “Melisa S.A.” il 21 Novembre 2012
- Inaugurazione nuova azienda negli stessi locali: 12 Dicembre 2012, ore 12.12
- Assemblea dei 316 creditori (30 Gennaio 2013 -mancato quorum, presenti una cinquantina)
Anche io, tra i tanti, sono un creditore insoluto della Melisa S.A. ed anche i miei libri (vedi esposizione in vetrina) sono stati utilizzati per questo “giochetto delle tre carte”, come avrebbe sicuramente affermato qualunque magistrato del tribunale fallimentare italiano, aprendo subito un’inchiesta su quet’anomalo ed improvvido trasformismo.
Ma sembra che le cose vadano così in Ticino e sia normale amministrazione.
Questi i fatti, il resto è poesia.

Gaston J. Algard