venerdì 3 ottobre 2014

© ALGARD -VIAGGIO  in  ITALIA
(note di uno scrittore che vive in Svizzera)

Per completare il 32° dei miei libri (“Molinari e il mistero di Morcote”(*), sono tornato per alcuni mesi a Pitigliano (Toscana). Come abbia trovato il paese, rispetto alle mie precedenti visite, ve lo racconto a parte.
Qui, invece, voglio ringraziare tutti coloro che con la loro simpatia mi hanno accolto e, spesso, anche aiutato a risolvere piccoli problemi, allietando i miei giorni di duro lavoro. Già, perché malgrado molti pensino il contrario, scrivere è un’attività pesante e snervante. Credetemi, talvolta daresti fuoco a tutto il lavoro, quando non riesci a completare un capitolo come vorresti! Purtroppo la stagione estiva (Giugno–Settembre) non è stata delle più favorevoli. Qualche gita per un bagno a Talamone, stupendo golfo sul mare, si è spesso trasformata in una grossa inzuppata per gli improvvisi acquazzoni che, in Italia, la stampa e la TV chiamano ormai abitualmente, udite udite: “bombe d’acqua”. Volete mettere l’effetto catastrofico che fa, rispetto alla semplice parola “acquazzoni”? Somiglia tanto alla guerra in Irak e distrae, mascherando così i danni causati dall’uomo sulla natura! Tornando ai ringraziamenti, seguono nomi e foto, scusandomi con quelli e sono in molti che non ho menzionato.


BAR CENTRALE
Silvia, Francesca e Romina”
Contornato dai loro sorrisi e, seduto ai tavoli esterni
sulla piazza, ho gustato caffè, coca, cappuccini,   
correggendo i miei strafalcioni al sole,
quando c’era ovviamente.







SCUOLA GIO’
Valeria e Mariella”
Mi hanno fornito carta, blocchi e penne
per le bozze del libro e tanta simpatia,
nonché molte utili informazioni.
Tra l’altro che a Pitigliano non c’è una libreria,
dove poter far conoscere i miei libri e
quelli di molti altri autori.




EDICOLA DEI GIORNALI

(Sono modesti, non vogliono foto, ma li ringrazio lo stesso)

Dove, malgrado non fosse mia intenzione, riuscivo
a rovinarmi la giornata con le brutte notizie
pubblicate dai quotidiani che acquistavo.







OASI DELLA FRUTTA
di Meris”
Dove, oltre ad acquistare dalla sorridente
Maria verdure e cibarie, ho incontrato
tante simpatiche signore che facevano
la spesa. Fonti, spesso, di curiosi aneddoti
paesani.






BAR JERRY LEE
L’insuperabile Claudia con Gloria”
(Giuro che un turista di Roma le ha definite:  “Le più mejo der Paese!”)
L’unico locale dove è possibile collegarsi gratis e
seriamente ad Internet, gustando anche un buon
cappuccino in allegra compagnia.

Base spesso dei miei ottimi pranzetti.





BAR LE LOGGE

“Lida e Clarissa”

Dispensatrici di cortesia, mamma e figlia
accolgono i turisti con un sorriso per una bibita,
un caffè, un brick-fast, un’informazione.
Ad uno dei loro tavoli esterni sulla piazza,
ho buttato giù le bozze del mio libro.

Suggerito per chi si voglia rilassare.



In realtà, ce ne sarebbero molti altri di volti simpatici e sorridenti (chi non c’è, non se la prenda) ma, come potete notare, ho selezionato solo presenze femminili (il mio debole...).
Scherzi a parte, posso testimoniare che le donne a Pitigliano sono veramente in gamba! Pitiglianesi perché non affidate solo a loro tutta l’amministrazione comunale?
A presto e grazie a tutti!

(*)
© 2014 - by Gaston J. Algard
series «The Lugano lake crimes»  vol. 2
www.algardproductions.com
algard@algardproductions.com




domenica 30 marzo 2014

"EX-MELISA", "EX-LIBRI AL CENTRO" ovvero "L'UOMO DI PAGLIA"

Come avevo previsto vengo oggi a sapre, ma non ci voleva un mago, che anche la seconda edizione di Melisa sta andando a gambe all'aria. Malgrado ciò, nessuno sembra preoccuparse, anzi, occuparsene nel Cantone, preoccupato solo dal turismo che si riduce sempre di più ed ultimamente dei pendolari...
Intendevo qualche autorità che si chiami Tribunale e viciniori. 
Basterebbe andare un pò indietro per domandarsi come sia riuscita la Valora AG (egemone nel settore distribuzione editoriale), che detta legge nel Cantone, a liberarsi a suo tempo della Melisa SA che, all'epoca della vendita a due novelli imprenditori, già vantava 2 (dico DUE) milioni di franchi di debiti. Ognuno potrebbe pensare che il pacchetto azionario, dato lo sfacelo del bilancio, sia stato acquistato a zero franchi. Macchè, si è trovato qualcuno (sicuramente la scelta è stata molto ma molto diffcile) che non sapesse leggere bene i bilanci e che firmasse un contratto che è stata la sua condanna a morte e che ha pagato alla Valore AG il magazzino, come se questo non facesse parte del patrimonio sociale (sic!!). Ma tant'è, si trova sempre qualcuno.... 
Così la Valora SA si è scaricata di un'azienda in profondo passivo, non ha onorato i suoi debiti (quelli della Melisa ovviamente), si è liberata di molti dipendenti facendo la bella figura che non li licenziava e per di più ha incassato centinaia di migliaia di franchi (come dicevo ha voluto i soldi per il magazzino merci!!!). Non conosciamo chi accetterebbe un'azienda in stato così comatoso e che  si impegnasse anche a pagare... Ma evidentemente si trova, specialmente se il nuovo imprenditore capisce subito che si possono pagare i debiti con i soldi dei fornitori (che non sono suoi, ovviamente...).
Concludendo, dopo il primo fallimento, ora si cercano ripari per non far fallire anche la seconda società. Ma un fatto è certo: il furbone svizzero-tedesco si è tolta una grossa rogna (però vorremmo vedere i suoi bilanci degli ultimi anni...). Il nuovo imprenditore (anche per lui vorremmo vedere i bilanci di tutta la gestione...) che pensava di assurgere a nuovo splendore, ha capito (speriamolo...) che non è stato altro che un uomo di paglia per dei voraci e avidi finanzieri, adeguandosi velocemente però al detto che a pagare ed a morire c'è sempre tempo (specialmente se nessuno ti censura ed usi i soldi degli altri...).
Nel frattempo, però, molte persone hanno perso l'impiego, un'azienda culturale storica è stata smembrata e distrutta e, cosa più importante, i creditori (leggi editori e distributori) hanno perso milioni di franchi..
Ma si sa e qualcuno professionalmente preparato più di me lo ha anche scritto e ribadito in alcune sedi, sembra che in Ticino accada anche di peggio.


mercoledì 25 settembre 2013

FALLIMENTO DELLE “LIBRERIE MELISA”  (Ticino - SVIZZERA)


Ovvero: Come la storica “Melisa” (Melisa – Messaggerie del libro e della Stampa S.A.- sede in Bedano), non ha pagato editori che gli hanno fornito i libri  (debiti per più di DUE milioni di franchi svizzeri), aprendo negli stessi locali (Lugano e Grancia) una nuova azienda per la vendita di libri, con l’insegna “Libri al Centro” (Libri al Centro S.A.- sede in Lugano).

Prima di partire dalla Svizzera per tornarmene a casa nelle Filippine, sistemando delle carte ho ritrovato la cartellina con i rapporti economici avuti con la libreria Melisa per la vendita dei miei libri. Dato che il risultato era stato negativo per il fallimento della stessa e la perdita del mio credito, avevo predisposto in Gennaio una paginetta che non ricordavo. Intendevo pubblicarla sul mio Blog. Ho anche trovato la copia di un’interrogazione di Fabio Schnellman e di altri, deputati del Gran Consiglio del Ticino, che sollevavano lo stesso problema, nonché l’articolo (riferito in parte nel testo), di Raffaella Castagnola. Visto che tutto sembra dimenticato, ho deciso di pubblicarla. 
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Senza che nessun addetto ai lavori protestasse, tra il 1-6 Novembre 2012 si è svolta nei negozi della Melisa una vendita al 50% del prezzo di copertina di libri non di proprietà perché non pagati, con la scusa di liquidare gli arretrati verso i dipendenti (in realtà saldati in parte con il contributo “dell’indennità d’insolvenza del datore di lavoro – LPGA”). Ma, nelle more (già il 5 Novembre 2012) si è costituita un’altra società anonima simile inaugurandola, dopo il fallimento, nei medesimi locali e con il sorriso sulle labbra, direi quasi: “alla faccia dei creditori”. E, guarda caso, il direttore commerciale della nuova società è il sig. “Federico Nizzola” già amministratore delegato della Melisa S.A. ed oggi liquidatore della stessa.
Soltanto un’intelligente giornalista, (unica tra i molti) “Raffaella Castagnola” (docente di letteratura italiana all’Università di Zurigo), ha avuto il coraggio in un articolo di fondo sul “Corriere del Ticinodel 12 Dicembre 2012, di stigmatizzare e criticare con molto stile ma anche con estrema determinazione e coraggio, questa sorprendente procedura. Dice tra l’altro il suo articolo: “(omissis)…perché in questo nostro Cantone pare sia possibile fallire un giorno con una propria società e risorgere allegramente come l’araba Fenice il giorno dopo, con qualche prestanome, senza considerare che i creditori che non verranno mai pagati dalla vecchia società…(omissis)”
Nessun’altra voce si è levata dagli altri media e soprattutto da parte dell’autorità costituita del Ticino che non ha ritenuto approfondire, aprendo quanto meno un’indagine conoscitiva su fatti pubblicamente noti:
- Costituzione di: “Libri al Centro S.A.” il 5 Novembre 2012
- Decreto fallimento: “Melisa S.A.” il 21 Novembre 2012
- Inaugurazione nuova azienda negli stessi locali: 12 Dicembre 2012, ore 12.12
- Assemblea dei 316 creditori (30 Gennaio 2013 -mancato quorum, presenti una cinquantina)
Anche io, tra i tanti, sono un creditore insoluto della Melisa S.A. ed anche i miei libri (vedi esposizione in vetrina) sono stati utilizzati per questo “giochetto delle tre carte”, come avrebbe sicuramente affermato qualunque magistrato del tribunale fallimentare italiano, aprendo subito un’inchiesta su quet’anomalo ed improvvido trasformismo.
Ma sembra che le cose vadano così in Ticino e sia normale amministrazione.
Questi i fatti, il resto è poesia.

Gaston J. Algard








mercoledì 14 agosto 2013

"SIRIA", VECCHI RICORDI
Nel 1946 Agatha Christie, la signora del giallo, scriveva un libro dal titolo "Come, Tell Me How You Live" (in italiano pubblicato come "Viaggiare è il mio peccato"). Parlava dei vecchi ricordi dei suoi viaggi in Siria. Nell'epilogo rammentava il popolo siriano con queste parole:
-"(...omissis...) Perché dopo quattro anni passati a Londra con la guerra, mi rendo conto di quanto fosse bella quella vita e che gioia e che sollievo sia stato per me vivere quei giorni... Scrivere questa semplice relazione non è stato un lavoro bensì un impegno d'amore. non una fuga o un'evasione, ma l'aver posto nella fatica e nel dolore di oggi qualcosa di imperituro che non soltanto è stato mio, ma ancora lo è. Perché io amo questo dolce e fertile paese, la gente semplice che lo abita, gente che sa ridere e godersi la vita, che è indolente e felice, che ha dignità, buone maniere e un gran senso dell'umorismo, e per la quale la morte non è una cosa terribile. Inshallah, vi tornerò ancora e tutto ciò che amo non svanirà da questa terra... (Primavera 1944)"-

Povera Agatha che oggi non è più, se sapesse come il signore della guerra che governa con la dittatura quel Paese ha ridotto i suoi abitanti, sterminandoli come fossero formiche, mentre il mondo intorno sembra indifferente e non interviene per fermare questa carneficina, timoroso di possibili reazioni dell'uno contro l'altro. In realtà indifferente all'eccidio di più di 100.000 persone e di milioni di profughi, così come è già accaduto negli anni passati in altri luoghi molto vicini! Indifferenza ed egoismo della vecchia, molto vecchia Europa che pensa solo ai propri interessi!.
Gaston J. Algard

sabato 10 agosto 2013

"GIUSTIZIA ITALIANA", GLI ANNI PASSANO, MA NON CAMBIA NULLA!   Sembrano secoli che il "Governo
Italiano" parla di modificare le norme sulla "Giustizia" che, a quanto pare, non riesce a funzionare.
Ma già nel 1981 il vignettista "Altan", maestro della satira, aveva con arguta intelligenza focalizzato la situazione. Mi sembra quindi doveroso riesumare come vedeva lui le cose più di trenta anni fa e quanto non è mai accaduto in questa bella Nazione che, se del caso, sembra sempre aver valutato le proprie sentenze imputato da imputato.
Ogni riferimento ad accadimenti attuali non è, ovviamente, puramente casuale, mentre osservo da lontano...
Saranno graditi commenti intelligenti.

Gaston J. Algard

domenica 23 giugno 2013

COME LA VEDO IO

"TURCHIA" - "Benvenuti nella Repubblica Turca dello Stato di Polizia" scrive mercoledì su Hurriyet il notista Serkan Demirtas. I quasi pieni poteri dati ai servizi, scrive, fanno pensare al Muhabarat siriano del presidente Bashar al-Assad, ex-amico, ma ora acerrimo nemico del “sultano” Erdogan
Arrestare ed imprigionare migliaia e migliaia di cittadini invece di capire che il vento anche in Turchia sta cambiando velocemente ed è necessario mediare anziché usare il terrore, è solo un atto di estrema “arroganza” di un uomo che crede di essere al disopra non solo del proprio popolo ma anche di Allah, l’unico, il supremo ed il misericordioso, che Erdogan chiama spesso a testimone del suo agire nei suoi deliranti pubblici soliloqui. Solo che nessuno vede "misericordia" nelle sue azioni e, questo, prima o poi si paga sempre con una precipitosa caduta.

mercoledì 12 giugno 2013




"TURCHIA" – Qualsiasi Presidente di qualsiasi Nazione che, invece di ascoltare il proprio popolo disarmato, lo tratta come sta facendo Erdogan della Turchia (chiamato dai più “il Sultano”), non può aspettarsi che di essere trattato dal popolo nello stesso modo nell’immediato futuro. Rischiando di fare la fine, prima o poi, di Mubarak, Ben Alì e Gheddafi. Ascoltando bene Erdogan, le sue parole assomigliano ogni giorno di più a quelle di al-Assad di Siria.